La terapia combinatoriale risulta necessaria per raggiungere una significativa e prolungata riparazione neuronale.
Per i pazienti che hanno subito un danneggiamento del midollo spinale, un ictus o un trauma cerebrale, la completa guarigione risulta alquanto complicata e, soprattutto in caso di lesioni croniche e complete, si evidenzia il più basso potenziale di miglioramento. Al fine di migliorare la qualità della vita di questi pazienti, i ricercatori lavorano da tempo sul sistema nervoso per cercare di ripristinare le funzioni cerebrali iniziali e ridurre i deficit neurologici attraverso diversi meccanismi:
Sfortunatamente la rilevanza clinica di ogni singola metodica non è ancora ben chiara. Ad ogni modo, le evidenze emergenti mostrano che tali strategie potrebbero operare sinergisticamente al fine di ripristinare la funzione motoria nativa anche oltre il periodo di training.
Per la prima volta i ricercatori hanno dimostrato di poter indurre la ricrescita assonale funzionale ed il ripristino del circuito nel sistema nervoso centrale di alcuni modelli animali. Per conseguire questo tipo di rigenerazione, è risultata necessaria una forte competenza nel campo riabilitativo e, parallelamente, una profonda conoscenza dei sistemi di feedback neuronali. Nonostante diverse discipline, come la neurobiologia, neuro-ingegneria e la neuro-riabilitazione, abbiano dato un contribuito fondamentale, la strada per la completa cura neurologica per gli uomini rimane lunga e complessa.
Il lavoro di e Krucoff et al. esplora lo stato dell’arte in ogni disciplina coinvolta nella riparazione neuronale, identifica i componenti essenziali delle strategie riabilitative e spiega la necessità di sviluppare un approccio multidisciplinare da applicare nella pratica clinica. Si propone quindi di esaminare i più recenti progressi nella biologia del danno neurologico, meccanismi molecolari di riparo, fisiologia del recupero neurologico, neurofisiologia alla base del training dell’interfaccia neurale e della macchina-cervello.
Dallo studio emerge la necessità di una terapia multi-modale per facilitare un solido ripristino e l’idea che il successo delle tecniche microscopiche investigative sia legato all’integrazione con il campo della neuro-riabilitazione.
L’endpoint è una maggiore comprensione del danno neurologico e lo sviluppo di una piano terapeutico completo, prestando una particolare attenzione alla durata, la sequenza e al dosaggio della terapia. Questa strategia potrà essere la nuova frontiera della riparazione del sistema nervoso.
Fonte:
Max O. Krucoff et al. Enhancing Nervous System Recovery through Neurobiologics, Neural Interface Training, and Neurorehabilitation. Front Neurosci. 2016; 10: 584.
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